Il Clan di Giano

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[button size=”large” color=”blue” style=”none” new_window=”true” link=”https://www.prolocochiancianoterme.it/wp-content/uploads/2017/11/storia-clan-giano.pdf”]LA STORIA[/button][button size=”large” color=”blue” style=”none” new_window=”true” link=”https://www.prolocochiancianoterme.it/wp-content/uploads/2017/10/MAPPA-CLAN-low.pdf”]MAPPA CLAN DI GIANO[/button][button size=”large” color=”blue” style=”none” new_window=”true” link=”https://www.prolocochiancianoterme.it/wp-content/uploads/2017/10/MAPPA-CHIANCIANO-ristoranti-low.pdf”]MAPPA RISTORANTI[/button][button size=”large” color=”blue” style=”none” new_window=”true” link=”https://www.prolocochiancianoterme.it/wp-content/uploads/2017/10/MAPPA-CHIANCIANO-HOTEL-low.pdf”]MAPPA STRUTTURE RICETTIVE[/button][button size=”large” color=”blue” style=”none” new_window=”true” link=”https://www.prolocochiancianoterme.it/wp-content/uploads/2017/10/FIGURINE-PERSONAGGI.pdf”]FIGURINE DEI PERSONAGGI[/button]

C’era una volta un Villaggio senza nome contornato da boschi, parchi, ulivi, vigne, frutteti e fiori bellissimi. Ogni cosa era illuminata dai colori dell’arcobaleno che splendeva alto nel cielo riflettendosi nei corsi d’acqua limpida che lo attraversavano. Gli abitanti erano sereni e vivevano in tranquillità. Si racconta che un giorno all’improvviso un’intensa nebbia avvolse il villaggio coprendo l’arcobaleno; non si riusciva a vedere niente, l’acqua non c’era più e, il villaggio improvvisamente divenne brullo, grigio e triste.

Tutto questo era avvenuto a causa dell’invidia di un demone dispettoso e furbetto, Mania che bramava di possedere tutti i colori. Assunta la forma di una Volpe, si era intrufolata nel bosco abitato da un gruppo di allegri animaletti dai poteri magici. Li chiamavano il Clan di Giano, perché erano capeggiati da un bellissimo Pavone di nome Giano. Oltre ad essere dotato di molteplici poteri, tra cui la capacità di vedere il passato e prevedere il futuro Giano aveva anche quello di far zampillare dal terreno sorgenti e polle d’acqua. La sua coda di piume colorate proiettava nel cielo l’arcobaleno della felicità. Il pavone era aiutato dai suoi fedeli amici del Clan, a ciascuno dei quali aveva distribuito un potere abbinato a un colore. La Volpe invidiosa, astutamente, entrò nelle sue grazie così Giano le assegnò il colore grigio e il potere di cambiare le stagioni. Mania con uno stratagemma, ingannò tutti e decise che la stagione sarebbe stata l’inverno. Il più grigio inverno mai avuto. Gli umani erano sbigottiti, la nebbia impediva loro di vedere e a fatica, provarono a raggiungere la fonte per prendere l’acqua ma scoprirono che era scomparsa, cercarono e cercarono ma stremati dal freddo e dalla mancanza di viveri, iniziarono ad ammalarsi.

Gli animali cercarono Mania ma lei, era ovviamente sparita, Giano non riusciva a darsi pace ma non si dette per vinto. Per prima cosa chiamò il vento che soffiò via la nebbia, poi raggiunse gli umani, spiegò loro quanto era accaduto e chiese la loro collaborazione per poter rompere l’incantesimo. Conquistò la loro fiducia li pregò di costruire canali e dighe per raccogliere l’acqua che di lì a poco sarebbe scaturita dal sottosuolo ed avrebbe avuto proprietà benefiche e curative. Li rassicurò dicendo che i suoi fedeli amici si sarebbero prodigati per aiutarli e sparì a cercare la volpe. Gli umani, dopo lo stupore iniziale, si organizzarono e, ubbidendo a Giano, iniziarono gli scavi. Una potente Tartaruga che era in letargo si svegliò infastidita da tutto quel rumore, gli uomini, le raccontarono ciò che era accaduto, così la Tartaruga, il cui nome era Heracle, si calmò e comprese che il suo letargo era terminato e il suo compito era quello di aiutare gli umani.

Gli uomini del villaggio lavoravano giorno e notte, le donne pensavano ai bimbi e a sfamare gli uomini che avevano bisogno di energia, ma i viveri scarseggiavano, così alcune di loro decisero di andare a caccia. Lungo il percorso scorsero a grufolare nel bosco un paffuto Porcellino, che, accortosi della loro presenza, si alzò in piedi su due zampe e offrì loro un cesto ricolmo di uva, funghi, castagne e tuberi. Le donne spiegarono l’accaduto e il maialino promise loro che li avrebbe aiutati a preparare succulenti pasti a tutto il villaggio. Lui era Fufluns il maialino rosa che con i frutti della terra era in grado di preparare buone e gustose leccornie in grandi quantità.

Gli anziani del Villaggio davano consigli ai giovani e ragionavano a voce alta su come costruire delle protezioni, come conservare e vendere l’acqua una volta trovata, mentre stavano parlando e progettando il tutto, dalla terra, spuntò uno spinoso Riccio che iniziò ad intrecciare giunchi davanti ai loro occhi e, armato di martello e tenaglie, li convinse che era in grado di aggiustare e fabbricare qualsiasi cosa; era Taitle l’ingegnoso artigiano e il suo colore era il giallo. Accanto a lui la sua fedele amica Menerva, la lupetta dal pelo color argento, che pensava già a come mettere in vendita tutti gli oggetti che sarebbero stati realizzati.

Alcuni anziani si occupavano dei bimbi del villaggio. All’ombra dell’antica querce, raccontavano loro le storie che si tramandavano da generazioni. Appollaiato su un ramo, un giovane Gufo di nome Tagete, strizzò l’occhio ai bambini che lo osservavano e scese tra loro mostrando delle lunghe pergamene. Aveva un bel modo di parlare, e sapeva moltissime storie, aveva il dono della sapienza, ed era felice di condividerla con tutti.

Intanto al villaggio si era presentato un Piccione, era Turms il veloce messaggero. Volava da un capo all’altro del villaggio e nei cumuli di terra scavata trovava il suo nutrimento, i lavoratori, durante le loro pause, lo lasciavano beccare le briciole di pane ed egli li ricambiava riferendo celermente messaggi importanti agli abitanti rimasti al villaggio, li informava di come stavano procedendo i lavori e accompagnava chi volesse recarsi sul luogo degli scavi.

Le mamme erano molto impegnate così venne loro in aiuto Uni, la Cerbiatta che sorvegliava attentamente i bimbi ed era sempre pronta ad intervenire in loro aiuto, li consolava amorevolmente e quando, per la troppa euforia, cadevano procurandosi delle piccole ferite, riusciva sempre a ristabilire, serenità e amore.

Senza gli uomini a difendere il Villaggio, perché impegnati a lavorare, si doveva scongiurare che nessuno approfittasse della momentanea debolezza. Sul villaggio però vegliava Usil, lo Scoiattolo, timido e riservato se ne stava in disparte, era agile e svelto e si arrampicava sull’albero più alto per controllare che nel territorio non ci fosse nulla che potesse turbare la pace del villaggio.

Non ci si poteva occupare degli orti dei giardini e del Verde ma Giano aveva pensato anche a questo e aveva incaricato Selvans il Bruco che viveva all’interno del parco di prendersi cura dei fiori, degli alberi, degli arbusti e di tutta la vegetazione del villaggio. Selvans amava la musica, gli piaceva cantare e ballare, saltava tra i cespugli fioriti facendo allegre pirouettes. Il suo amico Aplu gli faceva compagnia. Era un Coniglio a cui piaceva mangiare l’erbetta e le carote che Selvans curava con tanta dedizione. Il Bruco si arrabbiava ma poi finiva sempre per perdonarlo. Aplu era vivace, sempre in movimento, aveva la capacità di effettuare grandi salti fino a raggiungere le nuvole che solleticava con le sue lunghe orecchie.

Il tempo trascorreva e gli uomini erano ormai arrivati a scavare molto in profondità. Finalmente una polla iniziò a zampillare, l’acqua era fumante, quale stupore quando si accorsero che era calda!

Poi fu la volta di un’altra sorgente, questa era tiepida, leggera e dissetante. Tutto il villaggio si recò felice a vedere le acque. I bambini si schizzavano l’acqua felici mentre tutti gli animali vi si tuffarono invitando i loro amici : “E’ bellissimo” urlavano “Venite a provare!”

Nell’entusiasmo generale, dalle acque apparve orgoglioso Giano, la sua ruota emanava bagliori colorati e le note di una musica allegra danzavano nell’aria. Il Demone Mania era stato sconfitto e sparì, forse rinchiuso per sempre nell’oltretomba. Giano aveva rotto l’incantesimo e riacquistò tutti i suoi poteri. Gli animali e gli umani erano diventati amici e da allora si aiutarono a vicenda, insieme, avevano fatto tornare a splendere il Villaggio che grazie al Clan di Giano ora aveva un nome: Chianciano!